Il servizio di rimozione di chiavi spezzate è un servizio molto delicato, ma soprattutto è un servizio molto importante che viene messo a disposizione dai vari fabbri professionisti presenti sul territorio e fortunatamente ce ne stanno tanti e soprattutto non sono presenti solo nelle grandi città ma dovunque.
Non è che è un servizio che può eseguire chiunque e questo va subito messo in chiaro a scanso di equivoci e questo lo diciamo per quelle persone che magari pensano di trovare il classico tuttofare per risparmiare e non si rendono conto della complessità dell’intervento.
Anche perché parliamo di un servizio che si compone di varie fasi tutte molto importanti e tutte molto delicate, la prima tra le quali inevitabilmente riguarda un’ispezione iniziale.
Nel senso che, quando noi contattiamo il fabbro o un serramentista già per telefono vorrà avere delle indicazioni così da capire anche come preparare l’intervento e poi quando verrà a casa nostra, o in qualsiasi altro locale di nostra proprietà, vorrà e dovrà fare un’ispezione per esaminare nei dettagli la serratura e anche la chiave che si è spezzata e così capire qual è l’approccio migliore per risolvere il tutto nella maniera più efficace e rapida possibile.
Chiaramente avrà portato con sé tutte le attrezzature e gli strumenti specializzati che gli possono essere utili in questo processo e parliamo di estrattore di chiavi o pinzette a punta fine che servono ad afferrare quella parte della chiave che si è spezzata.
Dopo questa fase importantissima di valutazione riuscirà a rimuovere questa chiave spezzata con pazienza e precisione evitando di correre rischi inutili, come quello che riguardano danneggiare la serratura e altre parti del sistema di chiusura.
In certe situazioni quando la chiave è profondamente inserita nella serratura o ci sono altri ostacoli sarà costretto a smontare la serratura stessa è un qualcosa di molto complesso ed ecco perché dicevamo che servono delle conoscenze specifiche ed avanzate rispetto alle serrature e a tutti i meccanismi che le riguardano.
Solo quando avrà smontato la serratura il fabbro in questione potrà accedere a quella parte spezzata della chiave e rimuoverla in maniera efficace.
Durante il processo di rimozione delle chiavi spezzate ci possono essere degli ostacoli
Come dicevamo dal titolo di questa seconda parte durante un processo di rimozione di una chiave spezzata ci possono essere degli ostacoli e chiaramente i professionisti che lavorano nel settore lo sanno bene e sanno sempre come intervenire.
Ad esempio, se parliamo di una chiave che si è spezzata a causa di un deterioramento della serratura bisogna prima riparare quest’ultima e in certi casi anche sostituirla.
Così come se la chiave si spezza all’interno di una serratura di alta sicurezza oppure in un sistema di chiusura più complesso ci vuole un fabbro specializzato in quell’ambito e magari non tutti lo sono.
Questo perché parliamo di sistemi di chiusura molto avanzati che richiedono delle competenze specifiche e questo ci stimola anche a dire che bisogna sempre scegliere dei fabbri esperti e non scegliere quelli più economici.
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Forse non tutti sanno che
Con porta blindata nel linguaggio comune si intende un serramento pedonale definito specificamente “Porta pedonale resistente all’effrazione” fornito di particolari caratteristiche antiscasso, ed è perciò anche definita, con espressione più tecnica, porta anti intrusione. Tuttavia, nell’uso commerciale, la si definisce spesso in maniera sbagliata con il termine di “porta corazzata” che invece sta ad indicare una porta di tipo totalmente diverso, realizzata con lamiere di ferro da 4 mm di spessore con il cemento armato al suo interno (vedi le porte dei caveau). Alcune delle caratteristiche comuni di una porta blindata sono:
- classificazione secondo norma UNI EN 1627/1630 (o vecchia UNI ENV 1627:2001)
- telaio realizzato con profili in acciaio da 2,5 mm di spessore (spesso anche 3 e 4 mm), avente una o più pieghe a Z, avvitato al controtelaio se si tratta di un telaio realizzato con lamiera presso-piegata.
- anta realizzata da doppia lamiera in acciaio da 1 mm e/o da 1,5 mm di spessore, in alcuni casi anche da una terza lamiera in acciaio a protezione della serratura e dei suoi meccanismi di chiusura.
- generalmente una serratura meccanica classificata con la UN EN 12209, abbinata ad una serratura a tripla mappa protetta da 1 e/o 2 piastre in acciaio al manganese (comunemente detta defender) o in alternativa ad uno o più cilindri con classificazione UNI EN 1303 ed una protezione del cilindro (comunemente detta defender o barilotto o protector) classificato con la UNI EN 1906.
La classificazione secondo UN EN 1627 prevede che siano superati test secondo le 3 norme di prova UNI EN 1628 – prova di carico statico, UNI EN 1629 – prova di carico dinamico UNI EN 1630 – prova di attacco manuale. Tuttavia le normative di test non coprono ancora le tecniche di manipolazione denominate “aperture con destrezza”, generalmente appannaggio di malviventi di livello superiore allo scassinatore standard, motivo per cui è sempre consigliabile utilizzare prodotti di fascia correlata al rischio ambientale che si affronta. La normativa Env 1627/30 del 2011 classifica i prodotti testati in 6 classi di appartenenza:
- Classe anti-effrazione 1: il ladro occasionale tenta di forzare la porta utilizzando la forza fisica e attrezzi semplici. Lo scassinatore non ha informazioni circa la robustezza della porta ed è impensierito dal rumore prodotto e dal tempo. Non ha idea della probabile ricompensa.
- Classe anti-effrazione 2: il ladro occasionale tenta di forzare il blindato utilizzando in aggiunta attrezzi semplici come giravite, cunei e tenaglia. Lo scassinatore non ha informazioni circa la robustezza della porta ed è impensierito dal rumore prodotto e dal tempo. Non ha idea della probabile ricompensa.
- Classe anti-effrazione 3: il ladro utilizza in aggiunta un piede di porco, un piccolo martello e un trapano manuale. Ha una idea orientativa del grado di resistenza ed è meno impensierito dal rumore prodotto e dal tempo. Non ha idea della probabile ricompensa.
- Classe anti-effrazione 4: si tratta di uno scassinatore abile che utilizza anche strumenti come un grosso martello, accetta, cesoie e trapano elettrico a batteria. Il ladro prevede un buon bottino, è deciso ed è meno impensierito dai rumori prodotti con tempistiche maggiori.
- Classe anti-effrazione 5: il ladro è un esperto professionista che utilizza attrezzi elettrici di media potenza. Il ladro prevede un ottimo bottino, è determinato, ha ottima conoscenza della classe di resistenza all’effrazione della porta, non è impensierito dal rumore che produce, ha tempo sufficiente per agire.
- Classe anti-effrazione 6: Lo scassinatore è molto esperto, utilizza attrezzi elettrici molto performanti. Il ladro conosce esattamente l’ammontare della ricompensa, è determinato, ben organizzato ed è preparato a superare sistemi di difesa di altissima resistenza.
Volendo riassumere:
- Le prime 2 classi sono relative a prodotti montati in abitazioni che si trovano in luoghi con scarsa criminalità e a difesa di beni di poco valore.
- Una porta blindata certificata classe 3 antieffrazione è indicata appartamenti con rischio più alto, in ville non troppo esposte e in uffici e a difesa di beni di medio valore.
- Un Portoncino blindato in classe 4 secondo la normativa ENV 1627 1630 è indicato per abitazioni signorili, ville isolate, appartamenti e uffici ad elevato rischio e a difesa di beni di considerevole valore.
- Le ultime due classi, la 5 e la 6, si riferiscono a porte estremamente resistenti, il cui fine è quello di difendere l’accesso di banche, uffici postali e postazioni militari. (Wikipedia)